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Enrico Maria Greco
Andrea Raffa
Gianfranco Beffumo
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Regia di Angela Pascalino
Violino Paolo Bonaiuti
STECCA 3.0
Sabato 8 Febbraio 2020 – Ore 21.00
Via Gaetano De Castilla, 26 – Milano
Info: 328 56 51 023
Uno spettacolo tratto dalla classica favola, ricco di suoni, luci, colori che trasporterà gli spettatori in un magico mondo fiabesco e in una suggestiva atmosfera mediorientale. Le avventure di Aladino alle prese con malvagio Jafar, il magico Genio della Lampada e la bella Principessa Budur.
Testo di Angela Pascalino
Fondali di Elio Ruina
Tecnico del suono: Marco Casari
Oggetti di scena, effetti speciali e regia di Gianfranco Beffumo
Animatori e interpreti:
Gianfranco Beffumo, Angela Pascalino, Niccolò Sancrotti
Scheda tecnica
Il nostro viaggio tra le storie dei migranti, attraverso immagini, suoni, parole. Un “docu-teatro” che nasce dal lavoro collettivo di ricerca tra decine di pagine di giornalismo, narrativa e poesia, materiale fotografico e musiche; il progetto multimediale crea un armonico raccordo tra le scene.
Due uomini vivono confinati tra cumuli di rifiuti in una degradata periferia metropolitana, ma resistono imperterriti nel nome della straordinaria capacità umana di adattamento e speranza. Per questi “barboni” solidali, il cortile è l’ultimo spazio rimasto in cui è ancora consentito reinventare tutto. Un testo di grande verità, ma allo stesso tempo surreale in cui si può ridere senza smettere di pensare.
Nell’ originale adattamento di Betel Teatro, un capolavoro del teatro di tutti i tempi, un ritratto femminile arguto, intelligente, moderno.
Il Castelletto – Savona
“Un giorno per caso mi è capitato tra le mani un libro di una scrittrice che non avevo mai sentito nominare: Romana Pucci. Il libro era La Volanda, pubblicato da Einaudi nel’79 e mi folgorò per l’originalità, la bellezza, la poesia. All’inizio volevo scrivere un saggio, o un romanzo, o una biografia, poi la corrente di questa storia ha preso una forma teatrale. Ne è uscito questo testo, col quale spero di riuscire a restituire a Romana Pucci qualcosa di ciò che ha perso.”(Stefania Carcupino)
Una donna, un’artista, ci racconta con tono lieve e ironico il suo viaggio alla ricerca della libertà di essere e di creare, in un mondo dove le regole e le convenzioni sociali sono troppo spesso definite da un vocabolario scritto al maschile.
Testo vincitore della biennale di scrittura femminile 2008.